La storia di Toshiba è l’ennesima testimonianza delle sfide che un’azienda deve affrontare in un mercato globale in rapida evoluzione.
Nell’epoca moderna, le storie di ascesa e caduta delle aziende tecnologiche sono un potente richiamo alle mutevoli dinamiche del mercato globale. Una di queste storie, emblematica e affascinante, è quella di Toshiba, un tempo colosso dell’elettronica giapponese e oggi completamente scomparsa da ogni radar.
Fondata nel 1939 dalla fusione di Shibaura Seisakusho e Tokyo Denki, Toshiba iniziò come la sua storia in settori come l’illuminazione e l’elettrotecnica. Uno dei suoi primi business è stato quello delle lampadine a incandescenza e solo successivamente si è spostata verso tecnologie più avanzate come i laptop. Come spesso accade, però, spinti dai grandi successi, i dirigenti dell’azienda fecero partnership e affari piuttosto azzardati, avvicinandosi in alcuni momenti anche al settore dell’energia nucleare. E il mercato gli voltò le spalle.
Una celebre storia di ascesa e caduta
Negli anni ’80 e ’90, Toshiba riuscì ad affermarsi come una delle aziende leader nel mercato dei laptop. Il suo modello T1100 è stato un celebre precursore dei moderni computer portatili e anche l’innovazione nel campo delle memorie NAND flash drive ha ulteriormente rafforzato la loro posizione di Toshiba di mercato. Tuttavia, la crescente concorrenza di marchi come Apple, Dell, Lenovo e HP iniziò a erodere la sua quota di mercato già dagli anni ’90.
Negli anni seguenti Toshiba si trovò ad affrontare un mix di pessimi investimenti e difficoltà a rimanere al passo con la rapida evoluzione della tecnologia. La recessione del 2008 e la crescente concorrenza di produttori asiatici a basso costo hanno ulteriormente ridotto la sua quota di mercato.
Il colpo di grazia arrivò a metà degli anni 2000, quando i vertici dell’azienda decisero di acquisire Westinghouse, un costruttore statunitense di impianti nucleari. Era un terreno totalmente nuovo per Toshiba, che inizialmente era convinta di aver fatto un ottimo affare (un affare da 5.4 miliardi di dollari). L’azienda, invece, si rivelò un concentrato di cattiva governance e pessimi affari e dichiarò il fallimento nel 2017. Questi guai coinvolsero inevitabilmente anche Toshiba, che si ritrovò con un gigantesco debito tra le mani.
Negli anni a seguire i problemi dell’azienda sembravano moltiplicarsi. A metà del 2016, ad esempio, Toshiba si trovò costretta a ritirare oltre 100.000 laptop difettosi immessi sul mercato a causa di un difetto di surriscaldamento di batterie. Gli affari continuano a calare e nel maggio 2019, l’azienda annuncia per la prima volta in 80 anni che avrebbe incluso gli investitori stranieri nel consiglio di amministrazione.
Ad oggi, Toshiba ha completamente abbandonato la produzione di laptop e sta dirigendo i suoi affari verso prodotti connessi all’Intelligenza Artificiale.