Il nuovo aggiornamento del mux locale della televisione digitale terrestre ha “spento” uno dei canali storici del territorio. Cosa è successo, il motivo e la tempistica
Nel 2004 in Italia, in conformità alle norme europee e in virtù dell’aggiornamento della tecnologia viene varata la cosiddetta Legge Gasparri. Si tratta della legge generale per il riassetto del sistema radiotelevisivo. Una legge necessaria a adeguare il Paese ai tempi, la legge precedente era la Legge Mammì varata nel 1990, e soprattutto per colmare il vuoto normativo generato dall’avvento di internet.
La Legge Gasparri nasce tra mille polemiche essendo varata dal Ministro delle Comunicazioni del governo guidato da Silvio Berlusconi. Il motivo è chiaro. Essendo Berlusconi proprietario di più canali televisivi si temeva che la scrittura della norma fosse sbilanciata in suo favore. Nella realtà dei fatti, nonostante alcuni errori di scrittura e qualche oggettivo sbilanciamento la legge mantiene un sostanziale equilibrio.
Ma non solo. Oltre a normare il settore introduce una delle legislazioni più avanzate in termini di passaggio al Digitale terrestre. Il digitale terrestre, italianizzazione di Digital Television, non è altro che il passaggio dal segnale analogico al segnale digitale e viene indicato come “terrestre” per differenziarlo dalla televisione digitale satellitare.
Cos’è un mux locale
Digitale terrestre a cui l’Italia approda in più fasi. La prima, quella più complessa perché segnava il passaggio dall’analogico al digitale è datata 2006. C’è poi una ulteriore evoluzione datata 2008 fino ad arrivare al 1° gennaio 2012 quando il segnale analogico viene definitivamente spento. Successivamente ci saranno vari aggiornamenti di tecnologia per adeguarla alla visione in 4k e ad una maggiore fluidità del segnale. Ma il tutto avviene nell’ambito del segnale digitale. L’ultimo è avvenuto il 1° gennaio del 2024
Cuore del nuovo digitale terrestre è il cosiddetto MUX. Comunemente conosciuto come FUNX MUX non è altro che il multiplexer ovvero il selettore delle linee di dati in grado di captare e selezionare i vari segnali delle televisioni digitali. I dati raccolti vengono selezionato in base alle concessioni e riversati in uscita da dove poi vengono raccolti dalle singole antenne di casa, immessi nei decoder (integrati o meno) e riversati sulla televisione. I Mux in Italia sono dodici di primo livello e settantasette di secondo livello, a seconda della grandezza delle regioni. Al suo interno girano, ovviamente, i singoli canali che in base alla presenza su uno o più mux locali possono essere visti in uno o più territori
Lo storico canale scompare dal Mux
I mux vengono aggiornati costantemente, un po’ come i computer, ed è il motivo del per cui sovente è necessario fare la risintonizzazione. Risintonizzazione che, purtroppo ogni, tanto regala brutte sorprese. È il caso di quanto accaduto in questi giorni nel MUX 1 della Calabria, quello con il codice UHF32. Con l’ultimo aggiornamento, infatti, è scomparso RTI Calabria, il network di Crotone che occupava il testo 14 del telecomando. Al suo posto non è subentrato nessun canale, solo un triste e spiacevole vuoto