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    Categories: Informatica

“È un’estorsione”: Apple finisce nel mirino di pesanti attacchi. Cosa è successo

Questo scontro tra titani della tecnologia solleva questioni fondamentali sul futuro dell’innovazione digitale.

I colossi della tecnologia non sono estranei a controversie e scontri legali e uno degli scontri più appassionanti è senza dubbio quello tra Apple e Spotify. Le due aziende discutono da anni a proposito delle commissioni che l’azienda della mela morsicata impone ai servizi che operano sul suo ecosistema, con Spotify che ha accusato Apple di essere una delle cause dietro al rialzo dei prezzi per gli utenti.

Apple è stata fortemente criticata dalle case di produzione di app per le nuove regole del suo Apple Store – mrinformatico.it

Ora il gigante dello streaming musicale è tornato all’attacco nei confronti delle nuove regole introdotte dalla rivale e non ha usato mezzi termini, etichettando come “estorsione” la nuova tassa introdotta da Apple sull’App Store. L’azienda di Cupertino è stata infatti obbligata dall’UE a cambiare profondamente la natura del suo App Store e ha dovuto introdurre la possibilità per gli utenti di installare anche app store di terze parti. Tuttavia, non ha intenzione di rendere facile la vita degli sviluppatori che intendono utilizzarli.

Apple riceve accuse di estorsione e monopolio a causa delle sue nuove regole

Il cuore della disputa risiede nella cosiddetta “Tassa Tecnologia Core”, introdotta da Apple. Questa tassa impone agli sviluppatori che utilizzano app store di terze parti di pagare €0,50 per ogni installazione annuale dell’app, dopo aver superato la soglia di 1 milione di download. Una mossa che, secondo Spotify, colpisce duramente gli sviluppatori, soprattutto quelli che offrono app gratuitamente.

Daniel Ek, CEO di Spotify, non ha esitato a definire le nuove regole di Apple come un “monopolio sotto una maschera diversa“. Secondo Ek, Apple sta cercando in tutti i modi di forzare gli sviluppatori a rimanere all’interno del suo ecosistema, penalizzando chi sceglie vie alternative. La dura accusa di Spotify non si limita alla sola tassa, ma si estende anche alla commissione del 17% che Apple continua a prelevare dagli sviluppatori che utilizzano processori di pagamento di terze parti.

Apple ha introdotto una nuova tassa, che influirà sul lavoro degli sviluppatori e possibilmente sull’esperienza degli utenti – mrinformatico.it

La questione, in effetti, avrà un impatto notevole non solo su giganti come Spotify, ma soprattutto sui piccoli sviluppatori. Con la nuova tassa, le spese per l’acquisizione di clienti potrebbero impennarsi, rendendo insostenibile la gestione di app gratuite o a basso costo. Questa situazione pone un interrogativo cruciale: è equo che una piattaforma dominante imponga tali condizioni, potenzialmente soffocando l’innovazione?

Apple, tramite il suo portavoce Fred Sainz, ha difeso le sue mosse, sostenendo di essere “felice di sostenere il successo di tutti gli sviluppatori”, incluso Spotify. Sainz evidenzia che i cambiamenti offrono agli sviluppatori più scelte su come distribuire le app iOS e gestire i pagamenti. Tuttavia, rimane la questione aperta su come queste politiche influenzeranno il mercato delle app e la concorrenza.

L’Unione Europea ha già annunciato che risponderà ai cambiamenti di Apple quando i nuovi regolamenti entreranno in vigore a marzo. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta, con la possibilità di regolamentazioni più eque che tutelino sia gli sviluppatori sia gli utenti.

Paolo Pontremolesi:
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