Le scuse alla famiglia del Capo dei Capi non sono piaciute all’Avvenire: il duro sfogo nero su bianco
Facebook e scuse ai Riina, quando oscurare è eccessivo. Quando si perde una persona cara al giorno d’oggi è normale utilizzare diversi canali per sfogarsi. Tra i tanti, anche Facebook. Il popolare e celeberrimo social network di Mark Zuckerberg ha fatto una piccola gaffe che ha letteralmente spaccato gli utenti in due fazioni differenti dopo la morte di Totò Riina. Per farla breve, ha oscurato i post della figlia del boss mafioso, probabilmente dopo la segnalazione di massa di alcuni iscritti, e subito dopo i moderatori hanno chiesto scusa per l’accaduto.
Cosa all’apparenza normale, ma solo per la figlia di un capo di Cosa Nostra, visto che l’Avvenire segnala che il social oscura i contenuti di valore di altri utenti senza neanche spiegarne il motivo. E si domanda: possibile che non si riescano a oscurare delle pagine piene zeppe di bestemmie, ma vengono bloccati profili con contenuti religiosi? Come ragiona questo social?
L’Avvenire contro Facebook, censura bestemmie e pagine religiose ma non i mafiosi e i bulli
E’ normale che il sito se la prenda, visto che ha una chiara matrice cattolica, e la domanda potrebbe risultare legittima visto che tanti utenti e blogger si sono visti bloccare il profilo temporaneamente perché condividevano troppi contenuti, o per un link scomodo condiviso in maniera inopportuna, ma in totale buona fede. E’ vero che il social sta cercando di combattere il fenomeno delle fake news, soprattutto dopo lo scandalo esploso dopo le elezioni americane che ha leso pesantemente l’immagine del social e creando anche danni a livello economico.
Però è esagerato mettere nel calderone probabili jihadisti, broker o imprenditori che cercano di promuovere la loro attività online e pagine religiose. A proposito, per chi è interessato al trading online, si consiglia di dare una lettura a https://www.diventaretrader.com/simulazione-trading-online per capire quanto si possa guadagnare con questa attività.
Come ragiona Facebook? Ecco il meccanismo che porta a equivoci
Da curiosa domanda si è trasformata in vera e propria inchiesta. Visto che i giornalisti de L’Avvenire non hanno ricevuto nessuna risposta, si pensa che la fonte di tutti i guai è il fantomatico Standard della Comunità, ovvero la capacità che hanno gli utenti di inviare delle segnalazioni per contenuti inappropriati. Ma non garantisce la rimozione, perché potrebbe rispettare le norme del social. Le normative, in sintesi, sono il divieto di postare contenuti di nudo o che incitano all’odio, contenuti violenti e immagini forti.
Quindi chi bestemmia, chi offende la religione e chi se la prende con i disabili non fa nulla di male, basta che non diventi una incitazione all’odio. Ma perché oscurare post elogiativi e di condoglianze per la perdita del Capo dei Capi? Forse per paura di essere accusato di favoreggiamento alla Mafia? Per non correre rischi, sono stati cancellati le foto di Riina e ha pure bloccato i post di familiari e amici, anche se hanno scritto solo Sentite Condoglianze. Ed è certo che nessun Riina ha scritto per protestare. Facebook ha chiesto scusa rilasciando una dichiarazione all’agenzia americana Associated Press.
Ma neanche 24 ore dopo la tumulazione della salma, ecco apparire la fake news sotto forma di foto della Boldrini e della Boschi immortalate al funerale di un capomafia, che non ha oscurato ed è diventata virale in pochi minuti, con relativi post di disprezzo e di offese irripetibili verso le donne. Se il social sono definiti conversazioni, meglio che chi si occupa di moderare le segnalazioni impari a conversare di più con gli stessi utenti, perché si oscurano post di condoglianze anche se il morto era definito il Diavolo in persona, ma ci sono voluti anni e proteste di giornaliste e utenti per eliminare profili che inneggiavano allo stupro di gruppo.