Medici allarmati per l’abitudine di far usare ai più piccoli gli schermi degli smartphone e dei tablet: motivi ben precisi ne sconsigliano l’utilizzo.
Usare gli schermi di tablet e smartphone come “baby-sitter” per accudire i bambini è senza dubbio una pessima idea. Già nel 2019 l’Oms aveva avvertito chiaramente che gli schermi possono provocare problemi comportamentali nei bimbi più piccoli.
«I bambini da zero a due anni non dovrebbero essere mai lasciati davanti a uno schermo di tv, tablet, pc e smartphone. Al massimo un’ora al giorno, invece, è il tempo consigliato per i bambini da due a cinque anni», questo l’appello lanciato quattro anni fa dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla base di numerosi studi nel corso degli anni.
Se le neuroscienze sconsigliano da tempo di affidare i più piccini alle cure degli schermi-babysitter, i pediatri raccomandano piuttosto passeggiate all’aria aperta e più giochi. Perché l’elenco dei problemi comportamentali causati dall’esposizione a tv, tablet e smartphone è piuttosto lungo.
Smartphone e tablet ai bambini, una pessima idea da non mettere in pratica
La lista delle problematiche per i bambini, come dicevamo, è lunga. Al suo interno comprende irritabilità, apatia, ritardo nel linguaggio e alterazioni del sonno. Un elenco al quale si aggiunge, in età scolare, la perdita di capacità cognitive: i problemi di attenzione e di memoria, oltre alle difficoltà di comprensione.
Una lista che di recente si è allungata ancora dopo lo studio apparso su JAMA Pediatrics e condotto da un team di ricercatori statunitensi della Drexel University (Philadelphia). Secondo gli esperti esporre agli schermi neonati e bambini sotto i due anni potrebbe associarsi a problemi di elaborazione sensoriale riscontrati in gran parte (90%) nei bambini con disturbi dello spettro autistico e di ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (60%).
L’elaborazione sensoriale atipica è un disturbo che colpisce i bambini che – pur avendo organi di senso normali sotto il profilo fisiologico – risultano troppo o per nulla sensibili a tutto quello che vedono, toccano, gustano, annusano, ascoltano. Ad esempio il bimbo può toccare o annusare troppo gli oggetti. O ancora può dimostrare una sensibilità più bassa e rispondere più lentamente agli stimoli (come essere chiamato per nome). Può anche essere disturbato da suoni, rumori o luci e evitare alcune azioni sensoriali (come farsi lavare i denti).
In particolare i bambini di età inferiore a un anno che passano del tempo davanti allo schermo hanno una probabilità più alta del 105% di andare incontro a problemi di elaborazione sensoriale entro i 33 mesi. Per i bimbi poco più grandi (18 mesi) ogni ora al giorno in più passata davanti allo schermo aumenta la probabilità del 23% e quelli di 24 mesi la vedono innalzarsi del 20% entro l’anno successivo.