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    Categories: Curiosità

La truffa del conto corrente hackerato: in cosa consiste e come proteggersi

Non smettono di giungere ancora segnalazioni riguardo frodi e truffe on line: attenzione a questo ulteriore messaggio!

Furto dati-(Mr.Informatico.it)

 

Dopo i messaggi che giungono sui social network come Facebook, Instagram o addirittura WhatsApp tenete gli occhi e soprattutto le orecchie aperte per quanto riguarda delle telefonate alquanto sospettose.

Da qualche giorno la Questura di Milano, riceve migliaia di segnalazioni da parte di cittadini del capoluogo lombardo che denunciano telefonate non proprio convincenti.

Come il messaggio che arriva su WhatsApp “la truffa dell’amico” , adesso il proprio telefono squilla per finti allarmi relativi al conto o alla carta di credito.

Gli hacker adesso, non “lavorano” solo tramite internet ma anche con le telefonate!

“Ti hanno hackerato il conto”

Hacker-(Mr.Informatico.it)

 

Sono sempre in aumento i modi per truffare i cittadini, gli hacker ormai ne sanno una più del diavolo e a Milano la Polizia e la Guardia di Finanza è al lavoro per scovare questi nuovi imbroglioni.

Sono giunte tante segnalazioni da parte di privati sul timore che il loro conto bancario fosse stato hackerato e che la chiamata allarmata provenisse proprio dalla linea telefonica della Polizia Postale.

Ma non è così: questi hacker attraverso un numero riescono a chiamare i cittadini allarmandoli e facendo credere che i propri soldi sono stati sottratti.

Cos’è lo spoofing?

Il numero che chiama i cittadini e che tenta di allarmarli è lo 0243333011, prefisso di Milano e della provincia del capoluogo.

Dopo la risposta, il ladro dice “Ti hanno hackerato il conto” allarmando giustamente il privato che risponde.

Questa nuova beffa prende il nome di “spoofing” in cosa consiste? Sul display della vittima appare un numero di telefono che si mostra ufficiale, istituzionale, ma la chiamata o il messaggio arrivano da identità non reali con il solo obiettivo di accedere ad informazioni sensibili, quali ad esempio l’iban del conto, il codice identificativo o il pin, per mettere in pratica la truffa.

Ma si sa che la Polizia Postale non può chiedere ufficialmente del denaro oppure i propri dati per poter entrare nel conto personale. Non bisogna cadere in questo ulteriore raggiro.

L’hacker fingendosi come un agente della Polizia Postale, invierà anche un link consigliandoci quali movimenti ed impostazioni seguire per farci cadere nel suo tranello.

Qualora ricevessimo una telefonata simile, contattiamo subito la Polizia denunciando l’accaduto, oppure è conveniente anche bloccare il numero-ladro ed evitare in seguito di ricevere ulteriori chiamate truffa.

Ma non solo, attenzione anche agli SMS che possono arrivare che chiedono di aprire dei link, che potrebbero rivelarsi fraudolenti.

Francesco Moscato:
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