La tecnologia influenza ogni aspetto della nostra vita quotidiana, compreso il sonno, tramite le app dei dispositivi smart.
Pensare a una vita senza smartphone e dispositivi elettronici “intelligenti”, a oggi, non è più possibile. Questo tipo di tecnologia influenza e coadiuva ogni aspetto della nostra vita: dalle funzioni più semplici come l’ascoltare musica attraverso gli altoparlanti di casa, fino ad azioni più complesse, spesso attuate dalle cosiddette intelligenze artificiali.
Pensiamo ad esempio a come le AI stiano prendendo piede nel settore sanitario: tali tecnologie vengono impiegate per migliorare i processi diagnostici e terapeutici dei pazienti, ma anche per aiutare i chirurghi durante delicate operazioni. Anche il nostro smartphone è diventato un alleato irrinunciabile della nostra vita.
Bracciali e smart watch per la salute: i dati che raccolgono sono davvero accurati?
Possiamo usarlo per accedere al web e alle infinite informazioni che esso contiene, per tenerci in contatto con le persone, per pagare il biglietto dell’autobus o più semplicemente per leggervi un libro. Inoltre possiamo usarlo per monitorare i nostri parametri di salute. Negli ultimi anni, infatti, hanno preso sempre più piede i dispositivi smart pensati per controllare l’attività fisica, il battito cardiaco, la pressione sanguigna o, addirittura, la qualità del sonno.
Si tratta principalmente di dispositivi indossabili come bracciali o smart watch, che spesso sono dotati di sensori di movimento ad alta precisione ed effettuano calcoli tramite complessi algoritmi per fornirci alcune informazioni. Ma i dati che si raccolgono sono davvero accurati? Quanto dobbiamo considerarli precisi?
La qualità del sonno potrebbe risentirne
Secondo gli esperti i dispositivi smart per la salute sono sicuramente utili ma allo stesso tempo non devono essere considerati degli alleati inattaccabili. Prendiamo ad esempio la questione della qualità del sonno: chi riscontra di svegliarsi spesso durante la notte, oppure di avere un sonno particolarmente agitato potrebbe addirittura finire per concentrarsi troppo sui dati forniti dal proprio dispositivo.
In tal modo si rischierebbe di entrare in un circolo vizioso in cui l’ossessione di ottenere dati soddisfacenti rispetto alla propria qualità del sonno potrebbe comportare una scarsa qualità del suddetto. Tali dispositivi devono dunque essere considerati utili alleati, ad esempio per tenere sotto controllo i propri progressi o per monitorare il tempo che dedichiamo all’attività fisica.
Allo stesso tempo, però, non devono diventare un’ossessione e non possono sostituire l’eventuale parere di un esperto, che potrebbe aiutarci a risolvere problemi come i disturbi del sonno o le apnee notturne.