I processori possono diventare il doppio più veloci con questo nuovo trucco: si tratta di una tecnica di multi-threading scoperta da poco.
I dispositivi elettronici sono formati da diverse componenti, ma ciò che più interessa agli utenti più smanettoni è sicuramente il processore. Si parla del cuore pulsante di ogni dispositivo elettronico in grado di eseguire istruzioni, elaborare dati e svolgere tutti quei processi alla base del funzionamento di un computer o di dispositivi della stessa categoria. Insomma, un elemento talmente importante che può fare la differenza tra un buon dispositivo e uno di bassa fascia.
I processori di un qualsiasi dispositivo elettronico possono avere varie caratteristiche e funzionalità, ma le più diffuse e conosciute sono sicuramente la CPU e la GPU. La prima ha il compito di eseguire e implementare la maggior parte dei processi e funge da componente coordinatrice di altri processi esterni. La seconda, invece, si occupa dei processi di rendering delle immagini e di tutto ciò che concerne il comparto grafico. In linea di massima il processore di un dispositivo è anche quello che determina le prestazioni e la velocità di un dispositivo elettronico.
Scoperta una nuova tecnica per velocizzare di molto i processori
Già da diversi anni sono state ideate e implementate delle soluzioni alternative per velocizzare e migliorare le prestazioni dei dispositivi elettronici che, col passare degli anni, sono stati utilizzati per eseguire processi sempre più frequenti e dispendiosi di energie. Nel 2005, ad esempio, è stata ideata la tecnica del “multi-core”, ovvero la possibilità di inserire all’interno di un unico processore più CPU per rendere i processi molto più veloci e prestanti.
Al giorno d’oggi si stanno studiando nuovi metodi per velocizzare e migliorare le prestazioni dei processori. La soluzione sembra essere arrivata direttamente dalla California, in particolare da uno studio emerso dall’Università di Riverside. In poche parole sarebbe stata ideata una nuova tecnica chiamata Simultaneous and Heterogeneous Multithreading (SHMT), che in italiano si potrebbe tradurre con processo di multithreading simultaneo ed eterogeneo.
Questa nuova tecnica si basa proprio sui processi simultanei delle varie componenti. Mentre la CPU è impegnata in un particolare processo, simultaneamente e parallelamente c’è la GPU e anche un acceleratore AI che sono invece impegnati in altri processi, tutti al massimo delle loro potenzialità. La tecnica SHMT è ancora in fase embrionale, ma i primi test effettuati all’Università hanno dimostrato che aumenta le prestazioni del 95% riducendone anche i consumi energetici del 51% rispetto alle tecniche esistenti.