Samsung ha deciso di ampliare la lineup di device che gli utenti possono riparare da soli, basta attese dal centro assistenza.
Smartphone e tablet sono da sempre device su cui mettere le mani per una riparazione è estremamente complicato. Sono ormai passati i tempi in cui i cellulari avevano l’alloggiamento della batteria rimovibile e che li rendeva un po’ più facili da scomporre.
Ma invertendo questo trend di prodotti fantascientifici e intoccabili aumenta il numero dei device che sono progettati per essere oggetto anche di riparazioni fai da te. Risulta evidente come occorre comunque avere dimestichezza con la tecnologia e non solo con i cacciaviti.
Sostituire un componente a casa anziché mandare il tuo smartphone o tablet al centro assistenza significa dotarsi di uno spazio privo di polvere e con gli strumenti giusti. Ma almeno Samsung mette chi è capace nelle condizioni di lavorare sul proprio device. E la lista di quelli che possono essere riparati dagli utenti si è appena ampliata aggiungendone alcuni sorprendenti.
Samsung si fida di te, anche questi device si aggiustano a casa
Per riuscire ad aggiustare un device, che sia un PC o uno smartphone o un tablet non importa, occorre avere le strumentazioni adeguate soprattutto per capire che cos’è che non va. Ma il fatto che Samsung abbia deciso di allungare la lista di quei device che sono riparabili a casa è comunque un segnale da non sottovalutare. Anche perché i nuovi sette device che entrano nella lista del fai da te sono quanto di più complesso la società coreana abbia ora da offrire.
A poter essere riparati con il fai da te sono anche adesso i Galaxy S23, tutte le declinazioni, i Tab S9, di nuovo tutte le declinazioni, e il Galaxy Book 2 Pro nonché i Galaxy Z Flip 5 e Z Fold 5. Nei fatti entrare in questa lista significa che la società avvia un programma per cui a chi ne fa richiesta sono forniti pezzi di ricambio originali e guide dettagliate per eseguire le riparazioni come se si stesse seguendo un tutorial di un esperto.
Non si tratta di pezzi di ricambio forniti gratuitamente ma è un passo avanti importante per le società che producono oggetti tecnologici e per gli utenti: le prime smettono di cercare a tutti i costi di fare profitto solo ed esclusivamente dall’acquisto di nuovi oggetti e i secondi possono così riflettere meglio su quanti rifiuti digitali si producono solo perché non si riesce ad aggiustare uno schermo incrinato o una batteria che non funziona più tanto bene. Il diritto a poter avere riparazioni anziché produrre rifiuti è già qualcosa anche se è chiaro che comunque la società, come anche Apple che ha avviato un programma simile, cercherà di guadagnarci. Buona notizia aggiunta alla buona notizia: il servizio è già attivo nel nostro Paese.