Una serie di gravi episodi con protagonisti gli smartphone Samsung ha ricordato a tutti l’importanza di rigorosi test di sicurezza e qualità.
Samsung, il colosso della tecnologia sudcoreano, è stato involontariamente protagonista di uno degli episodi più singolari della storia della telefonia mobile. A metà degli anni 2010, uno dei suoi modelli di maggior successo ha cominciato a dare seri problemi agli utenti. Non si trattava di malfunzionamenti del software o prestazioni di bassa qualità, ma di qualcosa di ben più pericoloso: le batterie esplodevano molto frequentemente.
Il modello in questione era il Galaxy Note 7, lanciato a luglio del 2016 e con evidenti problemi già a pochi giorni dal rilascio. Dopo mesi di speculazioni, indagini e due richiami di prodotto dalla portata senza precedenti, l’azienda ha finalmente fornito una spiegazione dettagliata su cosa ha causato l’incendio di questi dispositivi, attirando l’attenzione di consumatori e addetti ai lavori in tutto il mondo.
Un vero e proprio pericolo per gli utenti
All’epoca del lancio, il Galaxy Note 7 sembrava destinato a diventare il fiore all’occhiello della Samsung. Con caratteristiche innovative come lo scanner di sicurezza dell’iride, il dispositivo prometteva di portare la tecnologia mobile a un nuovo livello. Tuttavia, poco dopo il lancio, ha iniziato a emergere un serio problema: i telefoni si surriscaldavano e, in alcuni casi, prendevano fuoco, trasformando il dispositivo in un serio pericolo per la sicurezza di chi lo possedeva.
Di fronte a questa crisi, Samsung ha inizialmente avviato un richiamo del prodotto su larga scala, seguito poi da un secondo tentativo di correzione. Nonostante questi sforzi, le segnalazioni di dispositivi che continuavano a incendiarsi non si sono fermate, costringendo l’azienda a prendere una decisione drastica: interrompere la produzione e le vendite del Galaxy Note 7 dopo pochi mesi, in un gesto senza precedenti nella storia della tecnologia mobile.
La causa alla radice di questi incidenti pericolosi è stata poi rivelata da Samsung in una conferenza stampa. I problemi, in realtà, erano due. Il primo problema era legato a un difetto di progettazione nella batteria originale, che causava la rottura delle linguette positive e negative, provocando un corto circuito. Il secondo problema, invece, riguardava le batterie fornite da un altro produttore, le quali presentavano un difetto di saldatura che poteva portare al surriscaldamento e all’incendio del dispositivo.
Questa serie di eventi ha portato, alla fine della storia, alla restituzione del 96% dei 3 milioni di modelli venduti globalmente. L’incidente ha lasciato una macchia indelebile sulla reputazione di Samsung, che negli anni è però riuscita a recuperare terreno e portare sul mercato alcuni dei modelli più apprezzati del momento.