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    Categories: Tech

Se ti senti spiato dal tuo smartphone, non ti sbagli: famosa società spiega la tecnica, non serve digitare nulla

Conviviamo con gli smartphone ormai da molti anni, ma non è ancora chiaro come e quanto riescano ad ascoltare le nostre parole.

È un sospetto che molti di noi hanno avuto almeno una volta. Spesso, dopo aver parlato di un prodotto o di un servizio, quello stesso prodotto o servizio appare come pubblicità durante la nostra navigazione online. Nonostante questo sospetto diffuso, finora non c’erano mai state prove concrete e le aziende tech avevano sempre evitato di affrontare apertamente l’argomento.

Secondo quanto dichiarato da un’importante società attiva nel settore, molti dei nostri telefoni possono ascoltare le nostre dichiarazioni – mrinformatico.it

Ricerche precedenti, come uno studio del 2018 della Northeastern University che esaminava le app più popolari su Android, non avevano trovato prove di microfoni attivati segretamente. Tradizionalmente, il fatto che le pubblicità mostrino proprio quello di cui parliamo è sempre stato spiegato sostenendo che tutti i nostri dati online sono tracciati per creare pubblicità personalizzate: dai video che vediamo ai like sui social, lasciamo molte tracce digitali. Questo, tuttavia, non significa che il nostro telefono non abbia registrato la conversazione.

La conferma tanto temuta: dovremmo essere più cauti quando parliamo con i nostri telefoni vicini

Ora, però, sembra emergere una prova concreta. La testata 404 Media ha scoperto una pagina (poi rimossa) di Cox Media Group che promuoveva il servizio “Active Listening”. Questo servizio, secondo quanto dichiarato dall’azienda, era in grado di identificare “conversazioni rilevanti” tramite smartphone e altri dispositivi, usando l’Intelligenza Artificiale per aiutare le aziende a indirizzare le pubblicità verso gli utenti.

Per essere sicuri, sarebbe meglio non avere il telefono vicino a sé durante conversazioni importanti – mrinformatico.it

La tecnologia dell’Ascolto Attivo poteva catturare conversazioni per fornire elenchi settimanali di consumatori interessati a certi prodotti o servizi. Ad esempio, se qualcuno diceva “Ho bisogno di un nuovo shampoo”, riceveva subito annunci legati ai prodotti per la cura dei capelli.

Dopo la scoperta di 404 Media, CMG ha precisato che non ascolta conversazioni direttamente, ma ha accesso a dati aggregati e anonimi da terze parti per posizionare gli annunci. Secondo loro, i dati vocali sono raccolti da app che hanno legalmente accesso al microfono.

Interpellate da 404 Media sul tema, le grandi aziende tech hanno risposto così: Google ha detto che con Android 11, le app non possono accedere a microfono o fotocamera in background senza esplicita autorizzazione. Amazon ha affermato che il prodotto descritto non sarebbe utilizzabile sui dispositivi Echo, perché i suoi dispositivi non condividono registrazioni vocali con terzi. E Apple ha sostenuto che nessuna app può accedere a microfono o fotocamera su iPhone o iPad senza autorizzazione. Microsoft, invece, non ha risposto. La situazione sembra però ancora molto oscura e non è chiaro se e quanto ci si possa davvero fidare di queste rassicurazioni.

Paolo Pontremolesi:
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