Sempre più paesi vogliono contrastare il monopolio di Apple e Google nel mercato delle app per smartphone.
Quando una persona acquista un nuovo smartphone o un nuovo tablet si trova a dover scaricare tutte le app necessarie ad utilizzarlo. Per fare questo, in genere, l’utente ha solo due alternative: l’App Store di Apple e il Google Store di Google. In questo senso, si può dire che le due aziende detengono un vero e proprio monopolio sulle app per dispositivi mobile, che in genere funzionano proprio grazie ai sistemi operativi sviluppati da loro, rispettivamente iOS e Android.
Questa situazione, però, non è ben vista da molti altri attori del panorama economico e tecnologico mondiale. Nel corso degli anni diverse istituzioni hanno provato a combattere l’egemonia dei due giganti tech, ma finora hanno ottenuto risultati decisamente scarsi. Adesso, però, c’è un governo nazionale che ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote in maniera molto più decisa ad Apple e Google.
Sempre più istituzioni sono stufe del monopolio di Apple e Google
Stiamo parlando del Giappone, uno stato che ha da poco annunciato la sua intenzione di obbligare Apple e Google a permettere agli utenti di usare di app store esterni e sistemi di pagamento alternativi a Apple Pay o Google Pay sulle loro piattaforme operative mobili. Questo ennesimo tentativo di limitare l’abuso della loro posizione dominante sembra essere limitato al mercato giapponese per il momento, ma non è detto che un’eventuale vittoria possa poi dare il via a situazioni simili anche in altre zone del mondo.
La nuova legislazione, che dovrebbe essere presentata al parlamento giapponese nel 2024, si concentrerà principalmente su quattro aree: app store e pagamenti, ricerca, browser e sistemi operativi.
Il piano è quello di permettere alla Japan Fair Trade Commission di imporre multe per le violazioni. Se Apple e Google rifiuteranno di ospitare sui loro smartphone servizi di quel tipo provenienti però da altre fonti, saranno obbligate a pagare circa il 6% dei ricavi guadagnati dalle attività problematiche. I dettagli, in ogni caso, sono ancora in corso di definizione.
I piani del Giappone seguono quelli di altri governi in giro per il mondo. Negli ultimi mesi, ad esempio, l’Unione Europea ha lavorato a un documento conosciuto come “Atto sui Mercati Digitali”, destinata a una piena implementazione nel 2024, che vieta ai colossi tech di favorire i propri strumenti nei risultati di ricerca. Anche in questo caso, i trasgressori dovranno affrontare multe fino al 10% del loro fatturato globale per l’anno fiscale precedente.