Alcuni telefoni sono dotati di tecnologia waterproof, ma con quelli più vecchi come si fa quando cadono nell’acqua? Questa soluzione è meglio del riso.
Quando compriamo un cellulare nuovo e decidiamo di spendere cifre contenute facciamo soprattutto attenzione a un certo tipo di prestazione. Ad esempio alla quantità di memoria interna, oppure alle caratteristiche tecniche della fotocamera. Badiamo poco, invece, ad altri optional, ad esempio la resistenza all’acqua.
E in effetti solo i cellulari di target alto sono progettati in modo da resistere all’acqua e, in alcuni casi, c’è chi li usa addirittura al mare per fare foto subacquee. Ebbene, quando lo smartphone non è resistente all’acqua, una delle cose a cui prestare più attenzione è proprio questa: non farlo bagnare… pena un cellulare irrecuperabile.
L’app che elimina l’umidità dal telefono: è la nuova frontiera dell’autoriparazione
Ma se capita? Se capita si può sperare di attuare qualche soluzione. Molto spesso pensiamo che, grazie alla sua capacità idroscopica, il riso possa assorbire tutta l’umidità interna al cellulare. E in effetti a volte capita che nel giro di 3 o 4 giorni (è un’operazione molto lenta) il riso riesca a compiere il miracolo e salvare il cellulare.
Ma se vi dicessimo che esiste anche un altro metodo, molto più tecnologico, per ottenere un risultato soddisfacente? Con questo nuovo metodo tecnologico il telefono sarà in grado di auto-liberarsi dall’umidità, semplicemente ricorrendo a frequenze e onde sonore. Messa a punto da un team di esperti informatici, questa funzione è legata a un’app, per la precisione a Clear Wave | Water Eject.
C’è un piccolo problema con l’acqua salata
Sfruttando alcune funzioni interne al cellulare stesso, infatti, Clear Wave riesce a far fuoriuscire l’umidità dalle casse audio o dagli ingressi dell’elettricità. Ciò avviene in modo particolare con l’acqua dolce, perché con quella salata rimane un grosso problema da risolvere: la patina di sale rimanente.
Chi ha provato questa funzione ha infatti notato che con l’acqua di mare Clear Wave non riesce a funzionare al meglio e che le onde sonore non riescono a trasportare anche il sale, ma solo l’acqua. Il sale è un elemento molto corrosivo per i piccoli componenti elettronici del telefono, che già di per sé sono particolarmente delicati e a volte programmati per durare un arco di tempo prestabilito (avete mai sentito parlare dell’obsolescenza programmata?).
Ciò che è certo è che questa app ha aperto le porte a un nuovo universo di riparazione… e chissà che un giorno tutti i telefoni non siano in grado di autoriparare ogni tipo di danno?